Città fortezza, articolato tracciato di vicoli, stradine, scale con innumerevoli porte, bastioni, caserme, chiese bizantine e rinascimentali,
campanili, ruderi romani, chiostri e giardini pensili che dal mare portano al Castello.
L'origine del nome Gaeta deriva secondo la leggenda ricordata anche da Virginio (Eneide VII ), da "Cajeta", nome della nutrice di Enea che ivi fu sepolta. Secondo lo storico greco Strabone invece il nome della città deriva da Kaiattas (cavità).
La favorevole posizione geografica ed il clima mito fecero di Gaeta un luogo di villeggiatura rinomato sin dai tempi dell’ antica Roma.
Caduto l’ impero romano d’ Occidente, dopo essere stata sotto il dominio Bizantino, Gaeta si costituò in ducato indipendente, governato da Ipata locali. Il “ Codex Cajetanum “ rende ampia testimonianza della floridezza che la città raggiunse nel periodo ducale trafficando con l’Oriente. Fu patria di artisti: il mecenatismo dei suoi facoltosi abitanti le procurò un ricco patrimonio d'arte s da consacrarla "Venezia del Tirreno".Con l’ invasione dei saraceni mise in evidenza la sua importanza come luogo fortificato e tale carattere andò sempre più affermandosi con Carlo d’ Angiò e Alfonso D’ Aragona. Nel 1387 Ladislao Durazzo, re di Napoli, la elesse a capitale provvisoria. Subì innumerevoli assedi assistendo a continuicambi di governo e dominazioni. Sotto Carlo V venne potentemente fortificata e godette di un lungo periodo di pace. Nel 1848, in seguito ai moti di Roma, ospite dei Borboni, vi si rifugiò in essa Pio IX che qui concepì il Dogma dell’ Immacolata Concezione.
Fu l’ ultimo baluardo del Regno Borbonico e capitolo il 13 febbraio 1861 dopo essere stata assediata dal Generale Cialdini e dalla flotta dell’ Ammiraglio Perseo. Con la caduta di Gaeta si compiva l’ Unità d’ Italia.